Riforma reclutamento docenti: il testo è in Gazzetta Ufficiale
Dopo le recenti svolte che sono arrivate in merito alla nuova riforma reclutamento docenti, finalmente è arrivata la conferma. Il testo della riforma è ufficialmente pubblicato in Gazzetta Ufficiale, secondo le stesse previsione del PNRR. Questo rappresenta un passo fondamentale nell’approvazione ufficiale di una possibile futura legge, anche se ora si attende il passaggio in Senato.
Abbiamo già parlato delle novità presentate dalla riforma, con un approfondimento specifico in questo articolo del nostro blog relativo all’approvazione del testo iniziale.
Ora che il testo è finalmente disponibile in Gazzetta Ufficiale, è il momento di fare un veloce punto della situazione. Quali sono le novità ufficiali di questa riforma? Cosa succederà al percorso per diventare docenti?
Lo scopriamo insieme in questa panoramica.
Indice dei contenuti:
Riforma reclutamento docenti: ecco come funziona
Finalmente, con la pubblicazione del testo nella Gazzetta Ufficiale, si può cominciare a valutare concretamente quelle che sono le novità di questa riforma del reclutamento. Come abbiamo già visto nello scorso articolo dedicato, infatti, il nuovo percorso passerà per delle “fasi”, propedeutiche all’insegnamento.
Maggiori dettagli possono essere visionati nel testo ufficiale pubblicato in Gazzetta (formato PDF).
Vediamo brevemente i punti trattati con questa riforma.
Formazione iniziale e abilitazione
Il punto base dal quale si districa poi l’intero testo coinvolge sia la formazione iniziale che l’abilitazione. Questi due punti non fanno altro che disciplinare l’immissione in ruolo di insegnante per la scuola secondaria.
Analizziamo i tre punti della riforma per la formazione e l’abilitazione:
- La riforma prevede un percorso Universitario abilitante (post-Laurea o meno), il cui ruolo sarà quello di formazione iniziale. Questo percorso dovrà corrispondere ad almeno 60 CFU coerenti, con la disposizione di una prova finale di valutazione.
- A questo punto, il candidato procede con il concorso pubblico nazionale. In questo caso, lo Stato si impegna a predisporre questi concorsi con cadenza annuale, cercando quindi di impiegare quanti più docenti possibile in poco tempo. Il concorso annuale sarà perciò un’importantissima occasione.
- Infine, la formazione iniziale si conclude con un periodo di prova. Quest’ultimo sarà della durata di un anno, durante il quale saranno considerate e valutate tutte le competenze relative all’insegnamento che sono in possesso del candidato.
La formazione conferente abilitazione dovrà essere conseguita successivamente alla Laurea, come anche in contemporanea per l’integrazione dei crediti. Lo stesso percorso, inoltre, prevede un periodo di tirocinio, con lezione simulata finale per testare le abilità del candidato.
L’abilitazione e il concorso
Ottenuta l’abilitazione, si passa al concorso pubblico. La vincita del concorso dispone dunque un’assunzione formale con periodo di prova annuale: l’eventuale esito positivo della valutazione finale comporterà l’immissione in ruolo.
Cosa accade, però, nell’attesa che il testo divenga legge?
- Chi insegna già da 3 anni: ottiene l’accesso diretto al concorso. Coloro i quali riusciranno a vincere potranno poi integrare 30 crediti universitari, potendo quindi poi svolgere la prova di abilitazione;
- Chi non possiede un’esperienza di insegnamento di 3 anni: potrà conseguire i primi 30 crediti formativi universitari, completando anche il tirocinio. Si sbloccherà così l’accesso al concorso. Vinto il concorso, i candidati dovranno integrare i successivi 30 crediti formativi, disputando così la prova di abilitazione.
Formazione continua e scuola nazionale
Oltre alla formazione iniziale, però, la riforma si concentra anche su quella che è la formazione in servizio dei docenti. Questa, definita “Formazione Continua“, sarà appunto un processo di formazione articolato e sempre aggiornato, con lo scopo di mantenere un certo standard qualitativo delle metodologie. Lo scopo finale di questo tipo di formazione è, nello specifico, quello di innovare i metodi di insegnamento al momento attivi.
Ottengono quindi una rilevante importanza:
- Le competenze digitali e la formazione web: i docenti dovranno maturare coscienza e conoscenze delle nuove apparecchiature. Dovranno essere in grado di sviluppare nuovi modelli di insegnamento a partire dall’integrazione delle nuove tecnologie. Questa formazione è obbligatoria per tutti e sarà inserita all’interno dell’orario di lavoro.
- L’aggiornamento: i percorsi per l’aggiornamento delle competenze saranno ripianificati interamente, con una prospettiva di attivazione triennale. Questo permetterà ai docenti di rimanere attivi ed aggiornati, al passo con i tempi e sempre pronti a rispondere alle novità del mercato dell’istruzione. Questi percorsi saranno valutati e, in un’ottica di sviluppo, i docenti con i risultati più alti riceveranno anche un incentivo salariale.
La Scuola Nazionale, invece, sarà un organo istituito da questa riforma reclutamento docenti, il cui obiettivo sarà proprio quello di gestire, programmare e preparare i suddetti corsi di aggiornamento per i docenti, il personale amministrativo, ATA, ausiliario e tecnico. Altra mansione della Scuola Nazionale sarà quella di verificare lo stato delle strutture che andranno ad erogare i corsi.
FAQ
Come posso conseguire l’abilitazione?
L’abilitazione ufficiale, chiave per accedere al concorso pubblico nazionale, potrà essere ottenuta sulla base di un percorso formativo Universitario. Questo percorso eroga almeno 60 CFU, con un periodo di tirocinio con lezione simulata.
Chi ha accesso al concorso nazionale?
Docenti con laurea magistrale o magistrale a ciclo unico; diploma di II livello dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica; titolo equipollente con la classe di concorso.
Insegnanti tecnico-pratici con la laurea o diploma di II livello dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica; titolo equipollente con la classe di concorso.
Posti di sostegno: specializzazione.
La partecipazione è possibile anche per coloro i quali possiedono tre anni di servizio anche non continuativi, nei 5 anni precedenti il bando.
Come funziona il concorso?
Il concorso sarà costituito da un’unica prova scritta, con una percentuale ingente di domande a risposta multipla o strutturata. Oltre alle domande relative alla classe di concorso, saranno incluse anche delle domande sulle metodologie, sull’informatica e sulla lingua inglese.
Prova orale e valutazione dei titoli.
Superato il concorso, si ottiene l’immissione in ruolo?
Una volta superato il concorso, il passo successivo riguarda un periodo di prova di un anno che, se superato correttamente, conferirà l’immissione in ruolo.
Giuseppe Titone è un giovane Copywriter e Web Content Writer. A soli 19 anni ha avviato la propria carriera nel mondo digital. Bilingue, con una spiccata passione per la tecnologia e il mondo tech, si occupa della scrittura di contenuti ottimizzati su questo blog.
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